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Ci procurammo alcuni cavallini e ci recammo a vedere le Cave di marmo di Carrara foto Paolo Maggiani D700_DSC5365-blog |
Mentre sudate sette camicie e vi arrampicate su per una di queste gole ripide (dopo aver lasciato il vostro cavallino ad inzuppare il suo sottopancia nell’acqua, due o tre miglia più in basso) si sente, di tanto in tanto, echeggiare tra le colline, in un tono basso, più silenzioso del silenzio che lo precede, il suono melanconicamente ammonitore di un corno, segnale ai minatori perché si mettano al riparo. Poi si ode uno scoppio, che l’eco ripete di collina in collina e, a volte, grossi frammenti di roccia vengono lanciati in aria dall’esplosione. Si riprende l’arrampicata finché, da un’altra direzione, qualche altro corno suona, e allora vi fermate immediatamente per non capitare nella zona di una nuova mina.
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